ATTENDERE è una strana condizione, è un NON stare, un NON andare e a volte anche un NON essere. Si attende un evento, un mezzo pubblico, un esame in ospedale e la percezione che si sente è che quel tempo sia un tempo perso, sprecato.
Ma non sarà che non siamo più abituati a stare nel NON fare? Ora nelle attese scriviamo, leggiamo, lavoriamo e addirittura guardiamo la nostra serie TV preferita ma siamo sicuri che sia buono per noi, per il nostro sentire?
Ricordo ancora le attese dell’autobus quando da ragazzina dovevo tornare a casa, era il momento in cui rivivevo quanto successo, in qualche modo elaboravo le emozioni della mattinata e pensava a quanto avrei dovuto fare (magari con ansia ma anche quella era un’emozione da provare per crescere….) quel pomeriggio.
Ed ecco quindi l’elogio dell'attesa come tempo prezioso per stare ad ascoltarsi….certo non deve durare troppo e scatenare ansia ma se vi ci trovate in una sala d'attesa provate a concedervi uno spazio di attesa senza fare, semplicemente stare e vivere le sensazioni che arrivano, magari scoprirete cose nuove!
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